E SE LA PEDEMONTANA FOSSE PASSATA DA TRIUGGIO?  UN MONDO CHE GIRA AL CONTRARIO. 

"Anche se vi credete assolti, siete tutti coinvolti."

Come nella canzone di De André, tutti pagheranno, anche se l’autostrada non la percorreranno mai. Un ambiente devastato, salute compromessa, bellezze che rischiamo di perdere per sempre, peggioramento della qualità della nostra vita, togliendo un futuro sano ai nostri figli. Mentre una vita d’inferno, per lungo tempo, attende coloro che in auto si muovono da Triuggio verso il luogo di lavoro.
Luogo in cui il treno attraverserà l'autostrada sopra un ponte. l nostri pendolari, al posto di queste bellezze, vedranno il traffico.

A vent’anni di distanza, Monza e Brianza risulta ancora la provincia più cementificata d’Italia, a distanza di cinquant’anni si insiste ancora in modo cieco e sordo per un’opera che non risponde più alle esigenze di oggi. La regione sembra girare al contrario: guarda al passato e non al futuro, anche quando sostiene che la Pedemontana non sia consumo di suolo.
Macherio-Biassono. Oltre a quest'area, nei pressi del "Ses Culon" sorgerà un'area cantiere con il passaggio di centinaia e centinaia di camion al giorno.


La tratta  confinante con il nostro comune (da Lesmo, Peregallo, Gerno, Biassono, Vedano) non è ancora in fase di cantierizzazione. Si tratta invece di operazioni di bonifica ordigni bellici.

I governi locali che sostengono quello regionale, attualmente latitanti negli incontri con i cittadini, ritengono ormai che il progetto sia già tutto deciso, e che a breve partiranno i lavori. I comitati “no pedemontana” nelle parole di Gigi de Vincenti, che si è sempre speso e che crede nella sua battaglia, sostengono che i giochi sono tutt’altro che fatti e che Pedemontana ha tante difficoltà. Lui parla di un vero scandalo di politici che non solo hanno taciuto ma sono anche favorevoli. Questo sarà motivo per aumentare le proprie forze ed incrementare la nostra presenza nelle piazze. La mobilitazione dei cittadini può fare la differenza.
Le Grigne sullo sfondo.

Oggi fermare questo scempio è cosa ardua, ma la rassegnazione non deve soccombere. Bisognerebbe riappropriarsi di quella consapevolezza che il danno non è solo di chi subisce il passaggio dell’autostrada, ma è per tutta l’intera Brianza.
Seveso ci insegna, è già stato mortificante finire dentro una canzone di un grande artista che descrive la Brianza velenosa. Serve uno scatto di orgoglio, di cui è capace il brianzolo, quando vuole.
Ferita per il Lambro. Qui, nei pressi tra Gerno e Peregallo, passerà un viadotto a sei corsie.

Anche il padre di pedemontana Umberto Regalia, numero uno del progetto, rinnega la sua più grande creatura, affermando che è l’espressione di un mondo che ormai non c’è più.
Uomini della politica brianzola regionale e provinciale di opposizione: state accanto a chi ha impugnato gli espropri con avvisi di proroga, portando la lotta su un piano giuridico. Questo già da oggi è un traguardo che  potrebbe portare ad una svolta (le lungaggini sono un elemento che preoccupa più di ogni altra azione i vertici di pedemontana).
Mentre a chi guida la regione che ha sempre fortemente voluto la realizzazione dell’opera (la più costosa d’Europa) chiediamo, scomodando un uomo illustre nato e in parte anche vissuto in terra brianzola, Alessandro Manzoni: non siate dei don Abbondio. Piuttosto siate dei fra Cristoforo, che con tono forte, richiamino coloro che sono all’interno della maggioranza, affinché abbiano il coraggio di evidenziare questa prepotenza politica. L’errore che stanno compiendo impone di aderire a delle scelte  scellerate, esclusivamente politiche, buone per foraggiare i privati con soldi pubblici. Che Salvini non sia il don Rodrigo di turno: “Questo s’ha da fare” a tutti i costi! Non vede l’ora di tagliare il nastro. Ricordiamo che anche il suo ragionamento gira al contrario. Violenta la nostra terra ma poi è paladino dell’eccellenza agroalimentare, del prodotto Km 0, filiera corta….Ecco, allora! Se fino a ieri si è alzata la mano per obbedire ad ordini di partito, il mio appello è quello di un atteggiamento da fra Cristoforo - alzare la mano per dire “io non ci sto!”. E, se inascoltati, portare la questione al governo europeo, affinché, come l’Innominato, intervenga e prenda una posizione ambientalista e non politica. Ai politici distratti va ricordato che l’attuale legge sul consumo di suolo zero ha origine in  Europa, recepita poi dalla regione.

Forza! Uomini di governo, chiediamo all’Europa di non più erogare quella parte cospicua di finanziamento richiesta da pedemontana da parte della BEI, così da fermare l’opera e convincere il ministero delle infrastrutture ad evitare un danno per la biodiversità, la qualità dell’aria oltre che l’inutilità da un punto di vista trasportistico.

Il rumore dei mezzi pesanti all'uscita delle gallerie salirà fino alle prime colline.

La incantevole bellezza che verrà coperta da un viadotto.

La recinzione rossa da un lato all'altro evidenzia la larghezza dell'autostrada.

Aree boschive che spariranno. A compensazione piantumeranno su altri "spazi" (così dicono) ma mentre la pedemontana farà utili, la manutenzione sarà a carico dei cittadini locali.

Sentieristica tagliata dalla Pedemontana in uscita dalla cascina Marianna. Nessuna compensazione per la mobilità leggera.

Passaggio della Pedemontana riducendo di gran numero le piccole attività agricole.

Da via dei Celti all'uscita del borgo. Terreni dove furono ritrovati reperti storici custoditi nel museo di Biassono. Il passaggio della Pedemontana eviterà nel futuro qualsiasi ricerca.

Miracolo di integrazione tra natura e architettura. In parallelo, un viadotto che rompe la bellezza d'insieme (in riferimento al testo unico dell'ambiente). Ci auguriamo che l'Europa prenda in esame, in alternativa, la mobilità su ferro per i giovani brianzoli, in modo da raggiungere l'aeroporto di Orio. La Pedemontana costa 58 milioni per chilometro, denaro con il quale si potrebbe creare un raddoppio della linea (il collegamento Bergamo - Orio al Serio oggi è una realtà di raddoppio di collegamento).

All'uscita della galleria, nei pressi della rotonda Yamaha, sei corsie in scavo, più due piazzole di sosta e, alla carreggiata est, una vasta piazzola idraulica. Subito dopo il viadotto, sostenuto da dieci pesanti pilastri con abbondante cemento nel sottosuolo. Riusciremo, con il cambiamento climatico, a contenere i problemi di carattere idrogeologico?

Il devastante progetto, passando a fianco della Cascina Grugnana, va ad interrompere la bellezza paesaggistica di elevato pregio. La costruzione risale al 1700.

 

Angelo Terruzzi
Comitato Triuggio Onesta Verde Vivibile

Triuggio, 17.01.2025