
OSSERVAZIONI al PII VILLA LUISA presentate dopo l'approvazione del Piano, avvenuta durante il Consiglio Comunale del 17.09.2011
In data 17.09.2011 è stato pubblicato il PII denominato “Villa don Bosco” anche ai fini delle Osservazioni come previsto dalla legislazione vigente.
I sottoscritti Renzo Riva, Angelo Pozzi, Angelo Terruzzi, Rubini Guglielmo e Miriam Terruzzi, costituitisi in Comitato, per cercare di impedire lo scempio che si vuole attuare con l’edificazione di aree comunali, attualmente attrezzate a giardino pubblico e campo Sportivo, in ragione di convenzionamento con privato al fine di acquisire il Parco e la Villa Luisa, senza chiare idee sulla loro sistemazione, ne disponibilità economiche e favorendo, in questo modo, il privato interessato con conseguenze negative per la cittadinanza e deturpazione del Paesaggio, presentano la seguente OSSERVAZIONE:
Premessa
In data  20.07.2011 presentammo una apposita memoria inerente la VAS presentata e  pubblicata. Memoria di osservazione che riassumeva le ragioni che inducono a  ritenere il PII che è stato adottato un grave errore amministrativo, di danno verso  una parte cospicua della popolazione.
      A quella  memoria non fu data risposta puntuale e credibile e, anzi, si sottolineò ancora  una volta l’intenzione di proseguire per la approvazione del PII in oggetto, cercando  di aggiustare le palesi contraddizioni amministrative e di giustificare una  operazione immobiliare che non trova ragionevoli motivi per essere approvata e  che determina un forte peggioramento ambientale con la distruzione di due aree  di proprietà comunale, realizzate come standard urbanistico e ceduto da altri  privati, al servizio della popolazione in ragione di: - un corrispettivo  confuso; - un danno economico al Comune per molti anni;-un equivoco nelle  finalità, dato che il Parco e la   Villa sono beni vincolati il cui uso pubblico ( parziale o  totale) poteva essere perseguito diversamente e senza danni ambientali.
Anche le  procedure tenacemente perseguite dalla Amministrazione appaiono, a nostro  parere, forzate e volte a favorire l’obiettivo immobiliare. Infatti basti  pensare che per questo fine si è voluto procedere con PII, utilizzando una  grossolana scappatoia di modifica della legge regionale, negli ultimi giorni, per operare una  variante al PRG per consentire edificazioni private oltre che per 
    devastare il patrimonio pubblico  di aree verdi e sportive esistenti e utilizzate. 
Non a caso l’Amministrazione comunale è da anni inadempiente per la formazione e approvazione del nuovo Strumento urbanistico o PGT che difficilmente avrebbe giustificato, in coerenza con la legislazione urbanistica, la distruzione di patrimonio pubblico esistente e utilizzato come standard dalla popolazione e comunque in contrasto con la legge stessa, relativa alla distruzione di piantumazione esistente e di proprietà comunale.
Qui richiamiamo interamente quella memoria e che in sintesi evidenziava:
A)  Discutibili e improprie, a parere degli scriventi, modalità di compilazione  della Relazione di Scooping ai fini VAS, ricordando in particolare che il PII  presentato prevede la partecipazione comunale  e mette a disposizione più proprietà pubbliche già sistemate a servizi. 
      In  particolare si segnalava che il documento di Scooping, alla base della conferenza  di Valutazione Ambientale Strategica  era compilato e firmato dal progettista del PII, ponendo dubbi sulla  opportunità dal punto di vista disciplinare, etico e di trasparenza della  procedura di interesse pubblico avviata. Infatti sarebbe stato opportuno, ai  fini anche del Rapporto ambientale, il contributo di un “soggetto esterno alla  progettazione” e non legato a committente privato direttamente interessato alle  motivazioni del documento per consentire l’intervento. Ciò, sulla evidente  necessità di autonomia tra controllore e controllato. Nella memoria si poneva  in evidenza che tale principio di “adeguato grado di autonomia” è stato  riaffermato dal Consiglio di Stato tra Autorità procedente ed Autorità  competente e quindi, a maggior ragione, ci deve essere anche tra progettista e  redattore del documento di Scooping. 
      Si  evidenziava anche che mancava una verifica sul rispetto e conservazione del  paesaggio per la parte interessata dalla “tangenzialina”, in contrasto anche  con il PTCP vigente che prescrive in luogo un’analisi mirata preventiva. 
      
      B) Nella  procedura attuata per il PII in oggetto vi è stata una intesa pubblico-privato “preliminare  e che pare esterna”  alle sedi istituzionali, come si desume dalle date: lunedì 29/03/2010 ilprivato  inoltra richiesta formale e, con “tempestività” degna di altri fini, la Giunta  comunale delibera ( n. 38 ) il  31/03/2011 di procedere. La cosa che appare  deformare l’interesse pubblico è che in questo modo si sono saltate più  complete verifiche, ritardando la predisposizione e adozione del nuovo PGT in  conformità alla legislazione vigente ( ritardo di 7 anni ). 
    Visti i tempi non vi è dubbio che i contenuti di un accordo  col privato interessato siano stati discussi e contrattati precedentemente. Noi  riteniamo che i contenuti non siano stati resi noti ai cittadini, né allo  stesso Consiglio. 
C) In sostanza il contenuto della “contrattazione” di cui  sopra è che il Comune otterrebbe la Villa,   permettendo alla immobiliare interessata di edificare 180 nuovi  appartamenti circa, in particolare su aree attualmente di proprietà comunale e  già utilizzate a standards dalla popolazione insediata.
      La Villa e il  Parco, nel PII, sono stimati 6 milioni di euro, con una Perizia fatta dallo  stesso privato interessato e quindi di parte e non redatta e asseverata da  parte degli uffici pubblici preposti.
    In effetti la Perizia allegata al PII appare del tutto  semplicistica e tale da non assicurare che il valore espresso corrisponda al  vero. Infatti non è chiaro come si sarebbero dovuti essere utilizzare, a fini  privati, la Villa e il  Parco e quali le opere necessarie alla sistemazione, risanamento e costi di  gestione. Inoltre, nel caso di utilizzazione privata del complesso si sarebbe  comunque dovuto procedere a “convenzionamento” e pertanto definire condizioni  per cessioni e gestione di uso pubblico del bene.
D) La contrattazione avviene garantendo col PII una  variante del tutto straordinaria, ad hoc, che prevede di “trasformare” aree  comunali a fini edificatori residenziali privati, dove oggi insistono dei  Servizi pubblici. 
      Si rendono inoltre edificabili a residenza aree non edificate  e di alto interesse ambientale,  paesaggistico e panoramico. Tutto ciò, in assenza di un adeguamento e verifica  generale col PGT previsto dalla normativa di legge in particolare per la  verifica dei fabbisogni in ragione del Piano dei Servizi, di tutela dei valori paesaggistici, di  un’impostazione corretta di densità abitativa, e di verifica di un piano della  Mobilità, in particolare  a Tregasio…
      La  contrattazione avviene senza porsi il problema che aree comunali e valori  pubblici vengono “venduti” e scambiati senza alcun Bando Pubblico. Si ribadisce  quanto già sottolineato nella osservazione alla VAS: “che l’assenza di un  quadro generale pianificatorio (PGT)  e criteri preventivi per le eventuali negoziazioni pubbico-privato ( come previsto  dalla legge regionale 12/2005 )  comportano un alto rischio di scelte del tutto casuali, non coordinate in  finalità di pianificazione urbanistico-ambientali. Ne consegue che il risultato  sia di grave impatto, dal punto di vista urbanistico-ambientale e paesaggistico , ma anche economico sociale.”
    Inoltre dal  PII è assente ( come variante al PRG vigente) una verifica degli standard nei  Quartieri dato che se ne modifica localizzazione e consistenza, con variante  del tutto parziale e non dimostrata  nel contesto generale.    
E) Dati i  contenuti del PII in approvazione, appare dubbia la rispondenza ad una  prevalente finalità pubblica come dettato dalle norme. E’ possibile anche l’utilizzazione  di più aree non omogenee e distanti tra loro (come nel caso del PII in oggetto),  ma sempre unite dalla finalità urbanistica. Non è questo il caso, dato che il  legame è solo opportunistico e di scambio e non è di riqualificazione  urbanistica e ambientale, ma anzi compromette aree inedificate e attrezzate a  verde e servizi sportivi comunali. Si stravolge lo scopo pubblico della  pianificazione comunale e  l’interesse della popolazione residente nei quartieri interessati. 
      E’ vero che  si ipotizza un fine pubblico ( Villa e Parco ), ma si distruggono beni comunali,  servizi pubblici e standard esistenti che vengono semplicemente distolti dal  loro fine e uso attuale per  costruire case private in cambio di cessioni in altra parte del territorio.    
    L’acquisizione  gratuita al patrimonio comunale di  Villa Don Bosco e del relativo Parco non rappresenta, di per sé, un interesse  pubblico, se non è accompagnata dalla specificazione di uno scopo necessario,  prioritario ( e non è il caso di sede municipale o simili a sostituzione degli esistenti), per un suo possibile  utilizzo a riscontro dimensionato per i fabbisogni della popolazione e 
      della tutela e valorizzazione del  territorio. Manca anche una seria valutazione delle risorse 
      economiche pubbliche necessarie  da parte del Comune di Triuggio per l’ipotetico scopo descritto e per mantenere  in efficienza, nel tempo, un complesso immobiliare di tali dimensioni,  necessitante sicuramente di adeguamenti tecnologici alle normative vigenti per  gli impianti, la distribuzione degli spazi, le barriere architettoniche  presenti, i consumi energetici. Infatti il PII non convenziona la restituzione di  un bene efficiente e completo in tutte le sue parti, ma solo di un bene che  dovrà essere risanato con alti costi.
  
    Uno spreco, pertanto, senza alcuna valutazione di un bilancio credibile di  utilità pubblica in una situazione non certo facile per l’economia pubblica e  privata.    
F) Anche la  prevista realizzazione della viabilità esterna all’abitato di Tregasio  non determina di per sé un interesse pubblico  rilevante, in quanto l’Amministrazione Comunale  deve ancora progettare, appaltare e realizzare la parte intermedia della  cosiddetta tangenzialina, senza la quale  essa non avrebbe compimento. Si potrebbe verificare infatti il caso di  realizzazione della sola parte utile al nuovo insediamento di Via Sant’Ambrogio  ( aree D) senza pertanto alcun beneficio concreto per la collettività ed a  favore delle proprietà private che insistono nella zona, di cui sarebbe opportuno  conoscere le proprietà  anche ai fini  della fattibilità delle opere e delle future previsioni urbanistiche.
    Inoltre la  trasformazione da produttivo o agricolo in residenziale  di queste aree che fiancheggiano la strada in progetto, ripropone in termini di  congestione e di rumore, per quelle aree e per i futuri residenti, i problemi  che ora si hanno nell’attraversamento dell’abitato di Tregasio.
G) Le aree a  standard che vengono alienate a fini privati e distrutte come servizio  pubblico  sono quelle di Via Don  Minzoni/Diaz e Via Don Minzoni/Villa. Attualmente quelle aree sono pubbliche e  soddisfano l’esigenza di gioco, svago e tempo libero degli abitanti del centro  di Triuggio.  La loro alienazione  comporta, automaticamente, l’edificazione di nuovi immobili che non  permetteranno più  a quei cittadini di godere quegli spazi per  pubblica utilità ed è ignorato completamente l’interesse pubblico, barattato  come costo dell’operazione.
      Si  compromettono aree agricole senza verifica col PGT come prescrive la legge a  fini di tutela ambientale e paesaggistica 
    Gli  edifici che verranno realizzati porteranno a Triuggio nuova popolazione invece  di rispondere, puntualmente, ad esigenze e fabbisogni locali. Già ora i servizi  pubblici non abbondano e quindi la nuova popolazione aggraverà i problemi  esistenti, come ad esempio quello di approvvigionamento dell’acqua potabile, già  esiguo nella frazione di Tregasio dove si opera il maggior intervento.
H) Solo alla fine del percorso decisionale condotto dalla Amministrazione i cittadini hanno capito cosa realmente sta succedendo. La procedura di VIA non è risultata soddisfacente per chiarire il bilancio tra benefici e conseguenze negative ai danni della popolazione: il Comune avrà la Villa in cambio di varianti urbanistiche su aree comunali già attrezzate e che si propone di cedere al privato e varianti su aree di proprietà dell’operatore stesso. Il tutto per interventi residenziali. Una trattativa immobiliare ai danni sicuramente dei cittadini dei quartieri interessati. Cittadini che hanno più volte segnalato la loro contrarietà e che sono stati inascoltati. Non solo: anche l’ASL di Monza e Brianza aveva espresso seri dubbi sulla sottrazione di servizi essenziali alla popolazione insediata.
I) Come  si è detto, nell’aprile 2011, l’Amministrazione, nella seduta del Consiglio  Comunale del giorno 19, decide di vendere  i beni pubblici che prevedono  trasformazioni nel P.I.I. (Ambito B e C) aggiungendo ( per evidenti ragioni  strumentali, non certo di natura urbanistica ed ambientale  connesse alla Villa ) l’area agricola di via Cardinal Ferrari a Canonica (Ambito  E), a fini residenziali . A tambur battente, il giorno 22, con una fretta degna  di miglior causa e sotto gli occhi increduli delle mamme e dei bambini,  frequentanti le aree pubbliche attrezzate (giardinetti via Diaz e campetto di via Villa,  aree B e C), vengono fatti dei carotaggi (e  con quali autorizzazioni?) per sondare il terreno.
      Solo  nel luglio 2011, di fronte alle proteste, si cerca di spiegare con un opuscolo  il progetto che era chiaro solo per le destinazioni e  finalità private. A quel punto si inventano destinazioni pubbliche 
    non prioritarie come quella della  sede municipale.
Questa ipotesi è superficiale e grave perchè non vi è una seria valutazione economica e tanto meno è chiaro il perché sarebbe necessario, da parte della cittadinanza, spostare parte o tutto il Comune esistente, che ha ancora ampie disponibilità d’uso a fini politico amministrativi e socio - culturali ( dato che la sede del Parco della Valle del Lambro aveva deciso di lasciare liberi gli spazi occupati). Con un opuscolo ad hoc, di fronte alle critiche, si cerca di giustificare grossolanamente una destinazione impropria a Municipio e lo spostamento del Campetto nel Parco. Quindi traspare, a nostro parere, che l’intervento sia prioritariamente finalizzato a risolvere i problemi immobiliari del privato e non quelli pubblici.
L) Non  si dice invece  che il Parco e il Bosco  esistenti non potrebbero comunque essere stravolti e che un intervento, anche  privato, andrebbe convenzionato per l’utilizzazione di ambienti nella Villa  e Parco senza alcun onere per il Comune, con  scelte più adeguate all’economia di Triuggio e anche con risorse private  finalizzate a dare servizi culturali e sociali non a carico del Comune.
      Le  notizie date dal Comune chiariscono in realtà che vi è una “visione” di  grandezza e di ruolo politico amministrativo sbagliato e deformante, estraneo  alla dimensione economica del solo Comune di Triuggio. Da questa deformazione  ne consegue la distruzione di un campo di calcio e di un giardino pubblico, la  trasformazione di aree a fini residenziali (in contrasto con il PRG vigente con  i valori del paesaggio), la negazione di legittimi interessi (ritardando  l’approvazione del PRG che è dovuto e di legge) per poi avvallare l’operazione,  senza le dovute verifiche nel contesto urbanistico. 
      M) Si  solleva anche il problema della corretta osservanza della disciplina per la  vendita delle aree pubbliche che, con il gioco della contrattazione del PII,  viene evasa.     .
      Vi è  il dubbio che la vendita delle aree pubbliche destinate a standard nel Comune  di Triuggio, in Via Don Minzoni/Diaz e Via Don Minzoni/Villa non debba essere assoggettata  al codice dei    contratti  (D.Lgs. 163/2006) e che, conseguentemente, possa essere negoziata per via  diretta attraverso il PII, dato che si configura anche come vera e propria  vendita, permuta o scambio di terreni, non a fini urbanistici, ma a fini  economici.
    Il PII  configurato è di fatto strumento di Programma pubblico. Occorre, a parere degli  scriventi, far precedere l’inizio del procedimento di PII da una gara pubblica (nelle  varie forme consentite), nella quale  possono essere messi in campo, da privati o Enti svariate soluzioni che offrano  al comune benefici anche più significativi o comunque più adeguati e omogenei  con la realtà e capacità economica del Comune. 
Il valore delle aree che il comune cede al privato per realizzare residenza è stato valutato nel PII per circa € 292 al mq. Questo valore non tiene conto del plusvalore derivante dall’attribuzione dei diritti edificatori. Considerato infatti che verrebbe attribuito a questi lotti un indice territoriale di 1,5 si avrebbe un valore al mc di € 192,00 nettamente inferiore al reale valore di mercato dei terreni edificabili per residenza nel centro di Triuggio, che sicuramente non sono al di sotto di 300-350 €/mc. Inoltre ci si riferisce ad aree già sistemate ed urbanizzate a costi pubblici o derivanti da altre operazioni edilizie con abitanti insediati che, giustamente, ritengono iniqua la proposta. Di converso, come si è già accennato, si sopravaluta il valore ( 6 milioni di euro) del bene privato da cedere. Appaiono non del tutto chiari metodo e criteri per le valutazioni espresse nel PII.
N) Le aree interessate dal PII sono :
1) Complesso architettonico di Villa Don Bosco ( mq 69.760,00), che,  in modo confuso, viene definito come “non  soggetto a trasformazioni “. Confuso perché la trasformazione è prevista con  nuove destinazioni urbanistiche. Confuso perché le destinazioni previste  all’ultimo momento ( municipio etc.) sono evidentemente uno spreco, essendo il  Comune già dotato di sede per di più ampliabile con l’uscita della sede del  Parco Lambro.
      E’  opportuno considerare l’insieme del Complesso, ma si sottolinea ancora che  appare sbagliato non capire che le finalità ambientali e sociali di uso del  complesso potevano essere raggiunte anche in altro  modo, dato che questi beni ambientali non presentano alcun rischio per il  futuro . Modo che avrebbe sollevato il Comune da ogni costo e da svendite gravi  di beni pubblici essenziali.
      Il  Complesso presenta vincoli ( nella strumentazione urbanistica e di legge) tali  che non è a rischio  di pesanti trasformazioni architettoniche ed ambientali.
      Restano  forti dubbi, data la particolarità del bene, e come si è detto, sul valore  economico attribuito data la limitatezza d’uso che il privato ne potrebbe fare.  Inoltre complessa appare anche l’entità economica necessaria per gli  adeguamenti edilizi, impiantistici, del patrimonio arboreo (e di gestione) che  graveranno sull’economia del Comune. Queste limitazioni investono il valore  commerciale del bene che viene pertanto valutato per eccesso nel PGT.
      Da una  parte si sopravvaluta, a nostro parere, il bene, dall’altra si sottovaluta lo  spreco che si avrà svendendo le aree comunali già attrezzate . Anche se  rimanessero privati (ma convenzionati) per usi di interesse pubblico, il Parco  e la Villa  sarebbero una dotazione architettonica e ambientale rilevante a costo zero per  il Comune. 
    La  necessità di un nuovo Municipio è inoltre pertanto del tutto strumentale e contraddittoria con le esigenze pubbliche.  Scelta non convenientemente dimostrata negli atti e nelle procedure avviate per  il PII.  
2) Area  di via Don Minzoni-via Diaz, di circa mq 2.500,00 . Area di proprietà comunale attrezzata a Giardino pubblico del Quartiere.
      Area  che il PII prevede di trasformare da zona F1/R (Zona di pubblico interesse  (standard) per attrezzature pubbliche di uso e di interesse pubblico al  servizio degli insediamenti destinati alla residenza - art. 34 delle NTA del  PRG) a zona privata residenziale. 
    Attualmente  l’area è composta da una parte di parcheggio e una parte di giardino pubblico  attrezzato e piantumato. L’area è inserita in zona residenziale abitata e ne rappresentava lo standard  realizzato e ceduto da privati come standard ai sensi della legislazione  vigente all’epoca delle realizzazioni residenziali e del Piano vigente. Avevamo  sottolineato l’aspetto di “area disponibile” o meno del patrimonio comunale  trattandosi di standard ceduto in ragione di edificazione privata, ma nessuna  risposta è arrivata da parte del Comune.
      Infatti,  dato che l’area è in contesto residenziale, attuato in anni recenti, ne  consegue l’obbligo di legge (nazionale  e regionale) di dotare la zona di  standard urbanistico contestualmente alle realizzazioni private di nuova  urbanizzazione. Pertanto ne consegue che l’area a standard è parte indivisibile  del contesto residenziale, come il  parcheggio esistente, e come tale  può essere utilizzata per altro servizio comunale  compatibile, ma non per la vendita al privato. Se questo è vero la scelta del  PII appare illegittima a fini procedurali e urbanistici. Infatti oltre alla  “disponibilità” dell’area comunale  per la vendita (e in tal caso con proprie procedure di autorizzazione) è  necessario che ogni nuovo convenzionamento dimostri che i servizi già in essere  nella zona siano mantenuti o potenziati, anche qualora siano diversamente  dislocati. Nel PII è stata aggiunta una vaga intenzione, ma non precisa,  dimensionata e prevista per costi e tempi. Anzi, nello standard esistente, si  edifica generando nuovi fabbisogni. 
    Inoltre  la costruzione prevista è estranea dal contesto per altezza e tipologia e, in  contrasto con la legislazione regionale, si distrugge la piantumazione  esistente a fini edificatori con disagio per la popolazione residente che  utilizza questo standard. E che vede deprezzata la propria casa che aveva  contribuito alla realizzazione del Giardino pubblico.
3) Area  di via Don Minzoni - via Villa  di mq 2.400 circa.
      Anche  questa area è, nel PRG vigente, zona F1/R come la precedente, ma destinata e  attrezzata a campo di calcio. 
      Per  essa valgono molte delle considerazioni già espresse per il precedente caso.  Anche qui un servizio raro per l’intero comune e in particolare per il  Quartiere, area dove si ritrovano squadre di giovani, ragazzi e bambini per  svolgere, liberamente, attività sportiva. 
    Anche  qui l’incredibile previsione del Comune è di distruggere questa attrezzatura,  vendere l’area e costruirci condomini.  Anche qui si toglie uno standard e si aggrava il fabbisogno costruendo, a  scapito dei residenti, sia per deprezzamento edilizio subìto, sia per una  maggiore densità abitativa.  
    Anche qui non  si comprende quale bilancio ambientale sia stato fatto e negli interessi di  chi.
4) Area di  via Sant’Ambrogio a   Tregasio di circa mq. 25.500,00 . Questa area invece è di  proprietà del proponente il PII. Nel PRG vigente è destinata parte a zona D “produttiva di  trasferimento”, soggetta a Piano attuativo (art. 31.2 delle NTA del PRG) ,  parte per nuova viabilità e parte E3 ( agricola boschiva art. 33,3 delle NTA )  con vincoli anche di fasce di arretramento.
      Nel PRG vigente  questa area di dimensioni cospicue è posta, di fatto, in zona di alto valore  ambientale e paesaggistico. 
      La sola  giustificazione del PRG vigente si ritrova nel fatto che è prevista per il  trasferimento di attività poste lungo il Lambro e quindi volta ad un Bilancio  più generale, a carattere ambientale  di risanamento paesaggistico e naturale  del Territorio.
      Il PII  peggiora le previsioni di PRG (disconoscendo la finalità pubblica e di  compensazione ambientale) e trasforma l’area in residenziale, deturpando il  Paesaggio della collina della  frazione  Tregasio. E’ un luogo che viene trasformato in residenziale, con edifici pluripiano. 
      Si prevede  anche un nuovo tratto stradale. 
    L’edificazione  di questa area a scopi residenziali, a variante del PRG vigente, merita una  valutazione volta a capire: esistono ancora le necessità poste dal PRG di  trasferire destinazioni a fini ambientali di risanamento delle sponde del  Lambro? Data la situazione non è più corretto ripristinare la destinazione  agricola visto il valore paesaggistico e boschivo della zona? E’ corretto  stravolgere il PRG per avventurarsi in una operazione immobiliare come quella  del PII? Perché si favorisce l’operatore che, non solo ottiene la previsione  residenziale a variante, ma non ottempera alla previsione pubblica di  risanamento ambientale senza valutare nulla nel PII presentato?
5) Area di  via Cadinal Ferrari a   Canonica di mq 1.280,00 circa. Si tratta di area  totalmente estranea al problema della Villa, destinata nel PRG vigente ad area  a servizi (standard zona FI/D per insediamenti  produttivi).
    Anche  in questo caso, in modo inspiegabile, ai fini   di un PII di riqualificazione territoriale,  su questa area si propone sempre una Variante a fini residenziali. Sembra che  la giustificazione emersa sia di alleggerire un poco il peso paesaggistico ed  urbanistico generato con le altre varianti (B e C) . Evidentemente senza  successo e aggravando, di fatto, l’impatto ambientale  sul Territorio. Infatti anche in questo caso si consumano aree standard senza  sostituzione in zona e la dimensione non comporta un reale miglioramento del  peso insediativo delle altre aree.
O) Vi  è inoltre l’aspetto viabilistico, dato che il PII pone tra gli interessi  pubblici perseguiti quello della realizzazione di un tratto di viabilità  esterna all’abitato di Tregasio. 
      Aspetto che appare  sconcertante e tale da non determinare,  di per sé, un interesse pubblico prioritario e utile in quanto  l’Amministrazione Comunale deve  ancora (come già sottolineato) progettare, appaltare e realizzare la parte  intermedia di questa strada detta “ tangenzialina”.
    Senza la  previsione attuativa di completamento e il reperimento delle risorse pubbliche necessarie,  questa scelta rischia di diventare   funzionale solo  all’intervento privato proposto (D), senza la quale  essa non avrebbe compimento. Forse è anche funzionale ad altre proprietà che  trarrebbero vantaggi per il futuro inserimento nel nuovo PGT.
P) Nella memoria a suo tempo presentata si è anche segnalata la problematica inerente gli aspetti ambientali e geologici. Sarebbe stato opportuno inquadrare le aree interessate dal PII in un contesto nuovo di PGT, con relativo aggiornamento dello studio geologico che risulta datato al 2003, quindi prima della 12/05 e sue applicazioni. Questo PII ha già prodotto danni alla collettività, ritardando appositamente l’intero processo di definizione del nuovo PGT, al limite della irregolarità di procedure e adempimenti dovuti.
In Conclusione e per quanto sopra segnalato (che è parte integrante dell’Osservazione) si ritiene di esplicitare, con la presente osservazione :
- Che la perizia relativa ai valori della Villa e del Parco appare impropria perché non certificata e prodotta da uffici pubblici ma direttamente proposta dall’operatore interessato.
 - Che il valore del complesso, in ragione dei vincoli e dello stato necessario di risanamento e delle destinazioni ammissibili, appare eccessivo. Si chiede, pertanto, che venga fatta apposita verifica pubblica e certificata di tale valore e, in subordine, che il valore non superi i 2,5 milioni di euro.
 - Che, per quanto detto sopra, si riveda il Programma complessivo e i suoi valori e che, in particolare, l’area comunale attualmente utilizzata come giardino e quella come campo di calcio vengano escluse dal PII e dalla loro alienazione a privato e tanto meno edificate, ma mantenute allo stato attuale. In subordine che comunque questa possibilità sia preventivamente prevista nelle Norme del PII, al fine di verificarne la attuazione prima di procedere ad ogni altro atto attuativo del PII
 - Che in subordine tali aree vengano comunque escluse dalla vendita, ricercando altre soluzioni, anche monetizzate, o che la legge 12/2005 consente nell’uso e commercializzazione di diritti volumetrici nell’ambito delle zone edificate ed edificabili del Piano. Che ciò sia comunque previsto nella relazione e normativa di attuazione del PGT esplicitando la sua verifica preventiva ad ogni altro atto.
 - Che in subordine a tali aree venga attribuito una volumetria di scambio con l’operatore, da non realizzare in loco ma da trasferire come diritti volumetrici su altri interventi, anche diffusi nel territorio, in aree già urbanizzate o comunque destinate all’edificazione nel PRG vigente. Per analogia da ritenersi standard a tutti gli effetti e quindi determinando un incentivo all’operatore senza sottrarre la proprietà al Comune e senza distruggere le attrezzature esistenti e utilizzate dalla popolazione. In tal senso si ritiene che il valore stabilito nella convenzione non corrisponda, comunque, al reale valore di cessione , ma più propriamente al valore eventuale di acquisizione di diritti volumetrici da trasferire.
 - Che  si evidenzino con apposito allegato i costi di risanamento della Villa e del  Parco secondo  precise destinazioni ammissibili sia pubbliche, di uso pubblico e private ,  nonché i 
costi di gestione e i tempi previsti per detti risanamenti e con quali risorse pubbliche di Bilancio. - Che si preveda di convenzionare il Parco e la Villa per usi privati compatibili e di servizio, prevedendo nel contempo quote in spazi edificati e in modalità per l’uso diretto di interesse pubblico comunale o di altro Ente pubblico. Con ciò sollevando il Comune da spese pressoché insostenibili di risanamento e gestione che porterebbero il bene a ulteriore degrado nel tempo. Tale possibilità dovrebbe essere inserita nelle norme di attuazione del PII.
 - Che si verifichi con apposita certificazione allegata al PII se il patrimonio delle aree comunali interessate dal PII derivi da cessioni per standards di urbanizzazione finalizzate e cedute a tale scopo da privati e quindi se disponibili o meno ai fini del PII che ne prevede, di fatto, l’alienazione ad altro privato.
 - Che le Norme del PII prevedano anche la procedura di indire apposita gara pubblica, qualora si ritenesse di alienare beni di proprietà comunale in attuazione del PII.
 - Che si preveda nelle Norme anche la possibilità, per l’attuazione del PII per quanto concerne la Villa e il Parco, la possibilità di apposita gara al fine del risanamento e gestione con risorse private del Bene, definendone i fini pubblici e privati compatibili.
 - Che si preveda, nelle Norme del PII, che lo stesso dovrà essere comunque verificato, prima della sua attuazione, nell’ambito della adozione e approvazione del PGT che è atto dovuto per legge alla cittadinanza.
 - Che l’area attualmente nel PGT a Tregasio, destinata  alla produzione e al trasferimento di attività dismesse al fine del risanamento  dei valori ambientali del Lambro, rimanga produttiva con le Norme di attuazione  di cui al PRG, anche in ragione dell’esigenza di mantenere in loco le attività  produttive. In subordine che parte di detta area venga trasformata in  destinazione compatibile con la qualità ambientale della zona per attività di 
tempo libero e ricettive. - Che l’area di Canonica, attualmente destinata a standard, nel PRG vigente non venga trasformata in residenziale, ma utilizzata per servizi anche di natura privata, con dotazione di verde e parcheggi.
 
Le  osservazioni sopra indicate vogliono portare un contributo anche critico, ma  operativo,  al PII adottato a variante  dello strumento urbanistico vigente. Si evidenzia che, comunque, riteniamo che  detto PII dovrebbe essere verificato nel più generale quadro di riferimento del  nuovo strumento urbanistico (PGT) e che, in attesa dello stesso, non si dovrebbe  procedere a trasformazioni che compromettono parti sostanziali del patrimonio  pubblico esistente e utilizzato dalla popolazione.
    Riteniamo  anche di evidenziare che ci riserviamo ogni ulteriore atto, in ogni sede  opportuna, in ragione della gravità della previsione e del danno che ne ricade  sulla popolazione di Triuggio e dei Quartieri interessati.
Triuggio il 17.11.11